Molte specie di graziose e veloci tartarughe marine (dalla piccola tartaruga olivacea, che raramente supera i 75 cm di lunghezza, alla gigantesca dermochelide) esistono in Costa Rica, che vantano una struttura fisiologica particolare, con uno scheletro esterno e mandibole prive di denti che funzionano come cesoie, risalgono a 200 milioni di anni fa, dimostrando un?incredibile resistenza e capacità di adattamento. Le tartarughe sono in pericolo in tutto il mondo e varie specie rischiano l?estinzione. Dopo la scoperta dell?America, la carne di tartaruga divenne un alimento per i marinai che navigarono sull?Atlantico e finiva sulle mense europee come zuppa di tartaruga. Nella regione restano solo tre importanti siti di nidificazione. Sebbene i principali luoghi di riproduzione della nazione siano protetti, le tartarughe continuano ad affrontare difficoltà: le uova crude, dai supposti poteri afrodisiaci, vengono vendute nei bar locali, il che alimenta la raccolta clandestina, malgrado le leggi contrarie. Ci sono poi i predatori naturali che catturano le tartarughine appena schiuse che si precipitano in mare. Gli esemplari adulti possono finire nelle reti tra i gamberetti o presi da pescatori di frodo. E le tartarughe nidificano su spiagge che fanno gola ai costruttori degli alberghi?
UN MIRACOLO DELLA NATURA
Gli adulti coprono immense distanze, spesso transoceaniche. I maschi trascorrono l?intera vita (fino a mezzo secolo) nel mare; solo le femmine tornano sulla terra. Ogni femmina ritorna sulla spiaggia ogni due e tre anni, di solito di notte durante l?alta marea, che le agevola la risalita. Durante il periodo di fecondazione si avvicinano alla costa insieme ai maschi dove avviene l?accoppiamento e dopo poco tempo si avviano sulla spiaggia per costruire il nido. Trovato un luogo adatto al di là della linea dell?alta marea, crea una cavità con le pinne anteriori, mentre con le posteriori scava una profonda buca, dove dispone in media 107 uova sferiche, grandi come una pallina di golf. ?La cifra è frutto di attenti calcoli di madre natura? diceva il biologo, Archie Carr (1909-1987). ? Il destino di queste creature, l?intera loro specie è probabilmente legata al delicato equilibrio di quel numero magico?. Qualche uovo di meno e i predatori prevarranno, e la specie scomparirà. Iniziata la deposizione, la femmina continuerà fino all?ultimo uovo, incurante di tutto. Dopo aver ricoperto la buca di sabbia, premendola bene con il corpo, smuove la superficie sabbiosa tutt?intorno per celare il nido, poi torna verso il mare e, se non sta più producendo uova, se ne va. Se è ancora ricettiva resta nei pressi della spiaggia, dove si accoppia con più maschi. Le femmine spesso nidificano più volte a stagione. Il fenomeno della deposizione delle uova, da parte delle tartarughe marine, in Costa Rica, è frequente un po? in tutte le spiagge, sia sul lato dell?oceano Atlantico che in quello del Pacifico. Il luogo che desta più fascino è sicuramente il ?Tortuguero?, un parco sul caribe a nord della Costa Rica. Anche sull?altra costa, quella pacifica, sono numerose le spiagge dove le tartarughe approdano per depositare le uova, alcune specie in determinati periodi e in massa mentre altre anche ogni notte e singolarmente. Le tartarughe marine tornano sulla terra ferma solo per questa occasione e scelgono la stessa spiaggia che le ha viste nascere.
DOVE VANNO LE TARTARUGHINE?
Dopo un?incubazione di sette settimane nella sabbia calda, le uova si schiudono. Di solito le tartarughine di un nido sono dello stesso sesso, dipende dalla temperatura della sabbia (inferiore per i maschi): 1°C può fare la differenza. La sabbia, con l?aiuto dei raggi solari, funge da incubatrice e dopo circa un paio di mesi le uova si schiudono. E`il periodo più critico, quello della schiusa, per le piccole tartarughine che iniziano a subire da subito una grossa selezione per via dei predatori. Escono infatti contemporaneamente alla nidiata e si dirigono immediatamente, d?istinto, verso il mare. Le tartarughine, ?programmate? per puntare verso l?orizzonte del mare, si disorientano in presenza di altre fonti luminose. I turisti che lasciano la luce accesa le trovano spesso sulla porta. Guadagnato il loro elemento, nuotano freneticamente per giorni; si fanno vedere di rado, fino a che qualcuna torna sulla spiaggia. Recenti studi avvalorano la credenza secondo cui le tartarughe nidificano sulla spiaggia natale. Come riescono a compiere questa impresa, da consumati navigatori resta un mistero.
OSSERVARE LE TARTARUGHE
Sulle spiagge della Costa Rica nidificano cinque specie di tartaruga, che si possono vedere deporre le uova in ogni periodo dell?anno. Da ottobre ad aprile le dermochelidi coriacee vanno a Playa Grande (Nicoya) e al Rifugio Nacional de Vida Silvestre Gandoca- Manzanillo sulle coste caraibiche meridionali.
La dermochelide coriacea, il più grande rettile del pianeta proviene dall?era dei dinosauri. I maschi possono raggiungere i 3 metri e un peso di 900 kg. Altre tartarughe marine hanno un carapace esterno costituito da costole appiattite; la dermochelide, invece, ha uno scheletro interno e un involucro esterno coriaceo di spessa pelle cartilaginea, ed è isolata dal freddo da uno spesso strato di grasso. Si muove spinta dalle enormi pinne, e ha il corpo affusolato, percorso da ?creste? longitudinali che fungono da chiglia. Può immergersi fino a 1220 m alla ricerca delle meduse, il suo cibo preferito.
La Tartaruga Verde , di medie dimensioni, è chiamata così per il colore della sua carne, in quanto la sua alimentazione è quasi esclusivamente composta da alghe, si fanno vedere al Gandoca – Manzanillo e al Parque Nacional Tortuguero, dove fino a 35.000 piccoli panzer guadagnano la spiaggia tra giugno e novembre. L?evento più spettacolare è la Arribada, la nidificazione di massa delle tartarughe Olivacee, che si verifica a Playa Ostional e Play Nancite a Nicoya, dove a decine di migliaia sciamano sul litorale durante il plenilunio tra luglio e dicembre. Le tartarughe embricate nidificano a una a una, e i numeri più ridotti, su alcune spiagge del Paese; le tartarughe comuni si vedono sulla costa caraibica.
SALVARE LE TARTARUGHE
Oggi sei specie di tartarughe marine sono in pericolo. Decine di migliaia di tartarughe vengono uccise ogni anno da attrezzature per la pesca e dall?inquinamento degli oceani. Altre vengono uccise illegalmente per motivi alimentari o commerciali, mentre la raccolta illegale delle uova e la distruzione dei siti di nidificazione sono solo alcune delle minacce che rischiano di ridurre la popolazione oltre a un punto di non ritorno. L?esistenza futura delle tartarughe dipende in gran parte dagli sforzi dell?uomo per salvaguardare i loro preziosi siti di nidificazione. La Costa Rica è una nazione leader a livello mondiale nell?impegno per la protezione delle tartarughe marine. Nel quadro di un progetto di tutela della tartaruga olivacea, gli abitanti di Ostional detengono la licenza, unica nel Paese, di raccogliere le uova delle tartarughe e venderle. Siccome un numero spropositato di rettili si riversa sulla spiaggia durante il periodo delle arribadas, le uova deposte le prime notti vengono spesso distrutte da altre tartarughe le notti successive; inoltre i nidi in incubazione sono spesso scavati e distrutti dalla arribada seguente, prima che le uova riescano a schiudersi. Sempre nel tentativo di contribuire a salvare le tartarughe marine, diverse organizzazioni di salvaguardia seguono programmi in Costa Rica e sono sempre alla ricerca di volontari.
SEA TURTLE CONSERVANCY: L?ente più grande e vecchio attivo in Costa Rica, concentra il suo lavoro a Tortuguero, uno dei siti di nidificazione della tartaruga verde più antichi e vasti del mondo.
EARTHWATCH: a Playa Grande, il principale sito di nidificazione della dermochelide coriacea in Costa Rica, i volontari contano le uova, proteggono i piccoli, monitorano, misurano, taggano le tartarughe interne a deporre le uova e possibilmente aiutano ad applicare i trasmettitori agli esemplari adulti per controllare le loro rotte migratorie.
SEA TURTLE CONSERVATION NETWORK: questa organizzazione concentra i propri sforzi per la salvaguardia dell?ambiente marino a Cahuita, Playa Pejeperro sulla Península de Osa. I volontari pattugliano le spiagge per tenere lontani i bracconieri, raccolgono dati e aiutano i piccoli a raggiungere il mare.
Fonte: National Geographic
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